VELORIVELO 1.5

1.5° C. Questa la soglia entro cui limitare nel prossimo futuro l’aumento della temperatura globale, stabilita durante i lavori della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici del 2023 (nota anche come COP28, organizzata a Dubai l’inverno scorso). Un obiettivo difficile e a dir poco ambizioso.

 

Infatti, come bene illustrano le termografie in mostra (realizzate, con due camere termiche FLIR ONE, da studenti e studentesse del corso di Cinema espanso della LM Scritture e progetti per le arti visive e performative), anche banali comportamenti, piccoli gesti, così come azioni apparentemente innocue che compiamo nella nostra routine quotidiana, richiedono produzione di energia e impattano termicamente sul pianeta che abitiamo.

 

Tutto ciò, molto spesso, avviene senza che sia possibile rendercene conto con i nostri occhi.

 

VELORIVELO 1.5 ragiona intorno ai limiti della visione ottica e allo statuto ambiguo della visualità termica. Le termografie esposte, prive di prospettiva, ombre, dettagli, e con le loro campiture cromatiche innaturali animate grazie al ricorso alla realtà aumentata, portano la percezione della realtà al di là del visibile.

 

Rilevando il calore, esse rivelano anche un mondo che appare altrimenti: tanto nel senso di s-velarlo (ciò che di esso non possiamo vedere, come il calore, diventa ora finalmente visibile), quanto al contempo di ri-velarlo (rendendo all’opposto invisibile tutto ciò che si trova in sostanziale equilibrio termico con l’ambiente che lo circonda).